Frasi del film Titanic (1997)


Le più belle e celebri frasi del film "Titanic", film drammatico sentimentale del 1997 con Leonardo di Caprio e Kate Winslet.

«Nulla al mondo poteva dividerli.»
(Tagline del film)

Titolo Originale:
"Titanic" (1997)
Genere: Film drammatico, sentimentale, storico, catastrofico
Regia di: James Cameron
Protagonisti: Leonardo DiCaprio, Kate Winslet, Billy Zane, Gloria Stuart

Trama breve:
84 anni dopo il tragico epilogo, una donna di 100 anni di nome Rose racconta a sua nipote e a un cacciatore di tesori la storia della sua vita ambientata il 10 aprile 1912, quando la giovane Rose sale a bordo su una nave in partenza chiamata Titanic con i passeggeri della classe superiore, sua madre e il suo fidanzato. Di come ha avuto modo di conoscere un vagabondo artista di nome Jack e il suo migliore amico Fabrizio che si trovarono lì per aver vinto dei biglietti per la terza classe della nave giocando a poker. E anche si come si è arrivati al tragico disastro del Titanic, ovvero la storia del suo primo e ultimo viaggio datato il 15 aprile 1912 alle 2:20 del mattino.
(Scheda completa)


Frasi celebri

[nel 1996, guardando il suo specchio recuperato dal relitto]
Questo era mio. Ah, è straordinario! È identico a quando l'ho veduto l'ultima volta. Mh, il riflesso è un tantino cambiato. (Rose anziana)

[nel 1996, iniziando a raccontare la sua storia]
Sono trascorsi 84 anni, e ancora sento l'odore della vernice fresca. I servizi di porcellana non erano mai stati usati. Nessuno aveva mai dormito tra quelle lenzuola. Il Titanic era chiamato "la nave dei sogni". E lo era. Lo era davvero. (Rose anziana)

[voce fuori campo]
Per gli altri era la nave dei sogni. Per me, era una nave carica di schiavi, che mi riportava in America in catene. Agli occhi degli altri ero tutto quello che una ragazza di buona famiglia doveva essere. Ma dentro, invece, urlavo. (Rose anziana)

[nel 1912 a Fabrizio, prima di salire sul Titanic]
Siamo i figli di puttana più fortunati del mondo, lo sai? (Jack)

[nel 1912]
Questo viaggio inaugurale del Titanic deve finire in prima pagina. (Ismay)

[voce fuori campo]
A Cherbourg salì a bordo una donna di nome Margaret Brown. Ma tutti noi la chiamavamo Molly. La storia l'avrebbe ribattezzata "l'inaffondabile Molly Brown". [...] Suo marito aveva trovato l'oro da qualche parte nel West. Lei apparteneva a quelli che mia madre definiva "i nuovi ricchi". Il pomeriggio seguente navigavamo verso ovest, lungo la costa dell'Irlanda. Davanti a noi, l'oceano. (Rose anziana)

[nel 1912, sulla prua del Titanic]
Sono il re del mondo! (Jack)
I'm the king of the world!

[voce fuori campo]
Avevo davanti agli occhi tutta la mia vita, come se l'avessi già vissuta. Un'infinita processione di feste, balli di società, yacht, partite di polo... Sempre la stessa gente gretta, lo stesso stupido cicaleccio. Mi sentivo sempre come sull'orlo di un precipizio, e non c'era nessuno a trattenermi, nessuno a cui la cosa importasse o che se ne rendesse almeno conto. (Rose anziana)

[Nel 1912, rivolto a Jack che ammira Rose impietrito]
Ah, lascia perdere, amico. Dovrai svuotare una miniera di carbone prima che tu possa avvicinarti a una come lei. (Tommy)

[nel 1912]
Vivo per conto mio da quando avevo quindici anni. Da quando sono morti i miei genitori. Non avevo fratelli, sorelle, o parenti stretti in quella parte di Paese. Così ho deciso di staccare e non ci sono tornato mai più. Potrei essere definito una piuma nel vento. (Jack)

[nel 1912]
Ma lo scopo dell'università è quello di trovare un buon marito. Rose questo l'ha già fatto. (Ruth)

[nel 1912, sentendo le trombe che annunciano la cena]
Perché insistono ad annunciare l'ora di cena come se fosse una carica di cavalleria? (Molly)

[nel 1912, facendo il baciamano a Rose]
L'ho visto fare una volta in un cinema di terza visione, e non vedevo l'ora di rifarlo. (Jack)

[nel 1912, a Jack, istruendolo su come avere a che fare con i borghesi della prima classe]
Ricorda: impazziscono per il denaro. Perciò fingi di possedere una miniera d'oro ed entrerai a far parte del club. (Molly)

[nel 1912, parlando dei borghesi della prima classe]
È il momento del brandy nella sala fumatori. [...] Ora si ritirano in una nube di fumo e si congratulano l'un l'altro per il loro operato di grandi maestri dell'universo. (Rose)

[nel 1912, leggendo il biglietto che Rose ha lasciato nella cassaforte insieme al ritratto realizzato da Jack]
"Tesoro, adesso ora puoi tenerci chiusi entrambi nella tua cassaforte. Rose." (Cal)

[nel 1912, avvistando l'iceberg]
Iceberg! Dritto davanti a noi! (Frederick Fleet)

[nel 1912]
Sai, credo proprio che questa nave affonderà. Mi è stato chiesto di darti un piccolo segno della nostra riconoscenza. [colpisce Jack con un pugno] Un omaggio del signor Caledon Hockley. (Lovejoy)

[nel 1912, ascoltando i violinisti che suonano durante il naufragio]
Forse si annega meglio con la musica. Adesso so che sto in prima classe. (Tommy)

[nel 1912, durante il naufragio, rifiutando di indossare il salvagente]
Indossiamo il nostro abito migliore e siamo pronti ad affondare da signori. Però gradiremmo un brandy. (Guggenheim) [ultime parole]

[nel 1912, durante il naufragio]
Signori, è stato un onore suonare con voi stasera. (Violinista) [ultime parole]

[nel 1912, a Jack mentre sono all'estremità della poppa durante il naufragio]
Jack, è qui che ci siamo conosciuti. (Rose)

[nel 1912]
L'ultima cosa che mi serve è un altro ritratto in cui sembro una bambola di porcellana… (Rose)

[nel 1912, durante il naufragio]
"...e asciugherà Iddio ogni lacrima dai loro occhi, e morte non ci sarà più, né lutto né grida, né travaglio vi sarà più, perché le cose di prima se ne sono andate." (Padre Byles) [ultime parole] [nel 1912, dopo l'affondamento della nave, con tono scherzoso]
Non so tu, ma io ho intenzione di scrivere una vibrante lettera di protesta alla White Star riguardo all'accaduto. (Jack)

[nel 1996]
Millecinquecento persone finirono in mare quando il Titanic sparì sotto i nostri piedi. C'erano 20 scialuppe nelle vicinanze, solo una di loro tornò indietro... Una! Sei persone furono salvate dall'acqua... una di queste ero io. Sei su millecinquecento. In seguito, le settecento persone sulle scialuppe non poterono far altro che aspettare. Aspettare di morire... Aspettare di vivere. Aspettare un perdono... che non sarebbe mai arrivato. (Rose anziana)

[voce fuori campo, parlando di Cal]
Quella fu l'ultima volta che lo vidi. Si sposò ed ereditò i suoi milioni. Ma il crollo del '29 colpì duramente anche i suoi interessi. Così, quell'anno, si infilò una pistola in bocca. Almeno così lessi. (Rose anziana)

[nel 1996]
Per tre anni non ho fatto altro che pensare al Titanic. Ma non l'avevo capito bene. Non l'avevo vissuto col cuore. (Brock Lovett)



Dialoghi

  • [Nel 1996, mentre registra l'operazione sottomarina per recuperare il Cuore dell'Oceano]
    Brock Lovett: Vederla uscire dal buio come una nave fantasma... mi fa sempre un certo effetto. È doloroso vedere il triste relitto della grande nave adagiato qui, dove toccò il fondo alle ore due e trenta del mattino del 15 aprile 1912, dopo il suo inarrestabile... sprofondare negli abissi.
    Lewis Bodine: Certo che ne dici di stronzate, capo!
  • [Nel 1996, al telefono]
    Brock Lovett: Va bene, sono tutto orecchie, Rose... sa dirci chi è la donna del ritratto?
    Rose anziana: Oh, sì. La donna del ritratto sono io.
  • [Nel 1996, parlando del ritratto]
    Lizzy: Nonna, sei proprio convinta di essere tu, questa?
    Rose anziana: Sono io, cara. Non ero un bel bocconcino?
  • [Nel 1996]
    Lewis Bodine: Okay, ci siamo. Si schianta contro l'iceberg a dritta, giusto? E procede a sobbalzi, provocando delle falle tipo codice Morse – dit-dit-dit! – lungo la fiancata, sotto la linea di galleggiamento. Poi lo scomparto di prua comincia ad allagarsi. Ora, mentre il livello dell'acqua si alza, trabocca dalle paratie stagne, che, sfortunatamente, non superano il ponte E. Perciò, mentre la prua va giù, la poppa si solleva, all'inizio lentamente, poi sempre più velocemente, finché la nave si ritrova con tutto il culo per aria! Ed è un culone enorme! Stiamo parlando di venti, trentamila tonnellate, okay? Ora, lo scafo non è progettato per sopportare una tale pressione, perciò che succede? Si spacca, dritto giù fino alla chiglia, e la poppa cade all'indietro, in piano. Poi, mentre la prua affonda, trascina giù con sé la poppa verticalmente, e poi, finalmente, si stacca. Ora, la parte posteriore rimane lì a ballonzolare come un tappo di sughero per qualche minuto, si allaga e finalmente affonda intorno alle due e venti del mattino, due ore e quaranta minuti dopo la collisione. La parte della prua plana, fermandosi a circa mezzo miglio di distanza. Viaggia a circa venti, trenta nodi quando si schianta contro il fondale marino. [fa dei rumori con la bocca] Una ficata, eh?
    Rose anziana: Grazie per la sua ottima analisi forense, signor Bodine. Naturalmente, vivere quell'esperienza è stato un pochino diverso.
  • [Nel 1912, ammirando il Titanic]
    Bert Cartmell: È una barca grandissima!
    Cora Cartmell: No, no, è una nave.
  • [Nel 1912, prima di salire a bordo del Titanic]
    Rose: Non capisco il motivo di tutto questo gran chiasso. Non sembra più grande del Mauretania.
    Cal: Si può essere blasé riguardo ad alcune cose, Rose, ma non riguardo al Titanic. È almeno trenta metri più lungo del Mauretania, e molto più lussuoso. Sua figlia è davvero impossibile da sbalordire, Ruth.
    Ruth: Ah, ah! Allora sarebbe questa la nave che dicono inaffondabile?
    Cal [ultime parole famose]: È inaffondabile. Dio stesso non potrebbe affondare questa nave.
  • [Nel 1912, giocando a poker]
    Fabrizio: Jack, sei pazzo?! Hai scommesso tutto quello che abbiamo!
    Jack: Quando non hai niente, non hai niente da perdere.
  • [Nel 1912, giocando a poker. Il premio comprende anche due biglietti per il Titanic]
    Jack: Va bene. È il momento della verità. La vita di qualcuno qui sta per cambiare. Fabrizio? [Fabrizio mostra le carte] Niente. Olaf? [Olaf mostra le carte] Niente. Sven? [Sven mostra le carte] Due coppie... Scusa tanto, Fabrizio.
    Fabrizio: Che "scusa"?! Ma vaffanculo! Hai scommesso tutti i nostri soldi!
    Jack [interrompendolo]: Scusa tanto, non rivedrai tua madre per un bel po' di tempo... perché noi ce ne andiamo in America! [mostra le carte vincenti] Full, ragazzi! Wo-hoo!
  • [Nel 1912, osservando i dipinti[4] portati da Rose a bordo]
    Cal: Oddio, ancora quei dipinti fatti con le dita?! Quelli sì che sono stati uno spreco di denaro!
    Rose: Tra il gusto per l'arte che ha Cal, e il mio, c'è una piccola differenza: io ce l'ho. Sono affascinanti, è come trovarsi in un sogno, o nelle vicinanze. C'è verità ma non c'è logica.
    Trudy: Come si chiama l'artista?
    Rose: Qualcosa tipo "Picasso".
    Cal [ultime parole famose]: "Qualcosa tipo Picasso"... non sfonderà mai. È così, fidati. Almeno sono costati poco!
  • [Nel 1912]
    Molly: Chi ha pensato al nome Titanic? È stato lei, Bruce?
    Ismay: Be', a dire il vero sì. Volevo... volevo trasmettere grandezza pura. E grandezza significa stabilità, lusso, ma soprattutto, forza.
    Rose: Ha mai sentito parlare del dottor Freud, signor Ismay? Le sue teorie sulla preoccupazione del maschio riguardo alla grandezza potrebbero risultare particolarmente interessanti per lei. [si alza e se ne va]
    [...]
    Ismay: Freud? Chi è? Un passeggero?
  • [Nel 1912]
    Fabrizio: Questa è una bella nave, vero?
    Tommy: Già, è una nave irlandese.
    Fabrizio: È inglese, vero?
    Tommy: No, è stata costruita in Irlanda. Quindicimila irlandesi l'hanno costruita. Una roccia, grosse mani irlandesi.
  • [Nel 1912, Rose sta per tentare il suicidio buttandosi in acqua]
    Jack: Non lo faccia.
    Rose: Indietro. Non faccia lei un altro passo.
    Jack: Avanti, mi dia la mano, l'aiuto a tornare a bordo.
    Rose: No! Rimanga lì dov'è. Dico sul serio. Mi butto.
    Jack: Non lo farà.
    Rose: Che significa, non lo farò? Non creda di potermi venire a dire quello che farò o quello che non farò. Lei non mi conosce.
    Jack: Be', l'avrebbe già fatto.
    Rose: Lei mi sta distraendo. Se ne vada.
    Jack: Non posso. Ormai ci sono dentro. Se lei si butta, io sarò costretto a seguirla in acqua per salvarla.
    Rose: Non dica sciocchezze. Morirebbe.
    Jack: So nuotare benissimo.
    Rose: Basterebbe l'impatto con l'acqua a ucciderla.
    Jack: Bene non mi farebbe, non dico certo il contrario. Se devo essere sincero, mi preoccupa molto di più l'acqua fredda.
    Rose: Quanto fredda?
    Jack: Gelida. Forse un paio di gradi sopra lo zero. È mai... stata nel Wisconsin?
    Rose: Cosa?
    Jack: Be', gli inverni da quelle parti sono tra i più freddi. Io sono cresciuto lì, vicino a Chippewa Falls. Ricordo, una volta, da bambino, io e mio padre andammo a pesca sul lago ghiacciato, vicino alle cascate. La pesca sul ghiaccio, sa, è quando...
    Rose: So cos'è la pesca sul ghiaccio!
    Jack: Mi scusi. Lei ha tanto l'aria di, come dire, di una timorata di Dio... Comunque, il... ghiaccio ha ceduto, e io sono caduto in acqua. E mi creda, cadere in acque gelide, come quelle laggiù, è come avere tutto il corpo trafitto da mille lame. Non riesci a respirare. Non riesci a pensare... a nulla, tranne che al dolore. Ed è per questo che non ci tengo a tuffarmi dietro di lei. Ma, come ho già detto, non ho scelta. Da una parte, spero che lei riscavalchi il parapetto, e mi risparmi quest'incombenza.
    Rose: Lei è pazzo.
    Jack: Non è l'unica a dirlo, ma... con tutto il rispetto che merita, signorina, non sono io quello appeso alla prua di una nave. Per favore, avanti, allunghi la mano. Non vorrà commettere una simile sciocchezza. [Rose afferra la mano di Jack e si gira] Mi chiamo Jack Dawson.
    Rose: Rose Dewitt Bukater.
    Jack: Devo chiederle di scrivermelo, il suo.
  • [Nel 1912]
    Rose: È stato un incidente.
    Cal: Un incidente?
    Rose: Davvero. Banalissimo. Mi ero sporta e sono scivolata. Mi ero sporta un po' troppo per vedere... ah... ehm... le... le...
    Cal: Eliche?
    Rose: Le eliche, e... e sono scivolata. Sarei caduta in mare, ma il signor Dawson mi ha salvata, e per poco non cadeva anche lui in acqua.
    Cal: Volevi vedere le... voleva vedere le eliche!
    Gracie: Come dico spesso, donne e motori non legano.
    [...]
    Gracie: Ah... Forse qualcosa per il ragazzo...
    Cal: Certamente. Ehm... Signor Lovejoy, credo che un biglietto da venti basti.
    Rose: Oh, è questo il prezzo corrente per il salvataggio della donna che ami?
  • [Nel 1912]
    Cal: So che sei malinconica. Non pretendo di sapere il perché. Avevo intenzione di conservarlo per il galà di fidanzamento della settimana prossima. Ma... ho pensato che... stasera... [le mostra il Cuore dell'Oceano]
    Rose: Dio mio!
    Cal: Forse come summa dei sentimenti che provo per te.
    Rose: È un...
    Cal: Diamante? Sì. 56 carati per essere esatti. Lo indossò Luigi XVI. E lo chiamarono "Le Coeur de la Mer".
    Cal e Rose [in coro]: Il Cuore dell'Oceano.
    Cal: Già.
    Rose: È prodigioso.
    Cal: Be', è da reali. E noi siamo reali, Rose. Sai, non c'è nulla che io non possa darti. Non c'è nulla che io ti negherei, se tu non negassi me. Oh, aprimi il tuo cuore, Rose.
  • [Nel 1912] Rose: Senta, lo so a cosa sta pensando: "Povera ragazzina ricca. Che ne sa lei della miseria"?
    Jack: No. No, non stavo affatto pensando a questo. Stavo pensando a cosa è potuto accadere a questa ragazza per arrivare a credere che non esiste via d'uscita.
    Rose: Be', io... Praticamente tutto, l'intero mondo in cui vivo, e tutta la gente che ne fa parte. E l'inerzia della mia vita, che si tuffa in avanti, e io che non sono capace di fermarla.
    Jack: Dio, guarda che razza di cose! Sarebbe andata subito a fondo.
    Rose: Sono stati inviati cinquecento inviti. Sarà presente tutta l'alta società di Philadelphia. E tutto il tempo mi sento come se stessi in una stanza affollata, urlando a squarciagola, senza che nessuno alzi nemmeno lo sguardo.
    Jack: Lo ama?
    Rose: Come ha detto?
    Jack: Lo ama?
    Rose: Lei è molto maleducato. Non dovrebbe pormela una domanda simile.
    Jack: Be', è una domanda semplicissima. Lo ama quest'uomo, sì o no?
    Rose: Oh... Questa conversazione è inopportuna.
    Jack: Non può semplicemente rispondere alla domanda?
    Rose: Ah, ah, ah! È assurdo. Lei non conosce me e io non conosco lei, e questa conversazione non sta avendo luogo. Lei è maleducato, rozzo e presuntuoso, e ora me ne vado. Jack, signor Dawson, è stato un piacere. L'ho cercata per ringraziarla e ora che l'ho ringraziata...
    Jack: E anche insultato.
    Rose: Be', se lo è meritato.
    Jack: Certo.
    Rose: Certo.
    Jack: Credevo che se ne stesse andando.
    Rose: Infatti. Lei è così irritante. Un momento, non sono io a dovermene andare. Questo è il mio settore. Se ne vada lei.
    Jack: Oh, oh, oh. Guarda, guarda, guarda. E adesso chi è il maleducato?
  • [Nel 1912]
    Rose [sfogliando il quaderno con tutti i disegni fatti da Jack]: Allora cos'è lei, un artista o cos'altro? Be'... questi sono piuttosto belli. Anzi, sono molto belli. Jack, sono davvero ammirevoli.
    Jack: Non hanno riscosso molto successo nella vecchia Paris.
    Rose: Parigi? Viaggia parecchio per essere povero. Be', una... una persona con mezzi limitati.
    Jack: Avanti, un poveraccio, lo dica pure.
    Rose: Bene, bene, bene. [sfogliando i ritratti di nudi femminili] E sono stati fatti dal vivo?
    Jack: Questa è una delle cose interessanti di Parigi. Ci sono molte ragazze disposte a spogliarsi.
    Rose: Questa donna le piaceva. L'ha usata diverse volte.
    Jack: Be', aveva delle mani bellissime, vede?
    Rose: Secondo me ha avuto una storia d'amore con lei.
    Jack: No-no-no-no-no, solo con le sue mani. Era una prostituta con una gamba sola. Vede? Eh...
    Rose: Oh...
    Jack: Però aveva il senso dell'humour. Ah, e questa signora qui tutte le sere se ne stava seduta in un bar, indossando tutti i gioielli che possedeva, e aspettando il suo amore perduto. La chiamavano Madame Bijoux. Vede, i suoi vestiti sono tutti tarmati.
    Rose: Be', lei ha un dono, Jack. Davvero. Sente le persone.
    Jack: Sento lei.
    Rose: E quindi?
    Jack: Non si sarebbe buttata.
  • [Nel 1912, Jack insegna Rose a "sputare come un uomo"]
    Jack: Devi cercare di espettorare il più possibile, per accumularne un bel po', capisci? [sputa in acqua]
    [Intanto arriva Ruth]
    Rose [imbarazzata]: Mamma... Posso presentarti Jack Dawson?
    Ruth [con disgusto]: Incantata.
    Rose anziana [voce fuori campo]: Le altre erano cortesi e curiose verso l'uomo che mi aveva salvato la vita. Ma mia madre lo guardava come se fosse un insetto. Un insetto pericoloso che doveva essere schiacciato immediatamente.
  • [Nel 1912, durante cena elegante in prima classe]
    Ruth: Ci parli degli alloggi di terza classe, signor Dawson. Ho sentito dire che sono piuttosto accoglienti.
    Jack: I migliori che abbia mai visto, signora. Solo qualche topo qui e là.
  • [Nel 1912, durante cena elegante in prima classe]
    Jack: Queste posate sono tutte per me?
    Molly: Comincia sempre dall'esterno.
  • [Nel 1912, durante cena elegante in prima classe]
    Jack: Mi sposto di luogo in luogo, lavorando. Prediligo le navi da carico, o carrette simili. Ma il biglietto per il Titanic l'ho vinto con una mano fortunata a poker. Una mano molto fortunata.
    Gracie: La vita non è che una partita giocata con la dea fortuna.
    Cal: Mh, un vero uomo la fortuna se la crea da solo. Giusto, Dawson?
    Ruth: E a lei piace quest'esistenza priva di radici?
    Jack: Be', sì, signora, mi piace. Insomma, ho tutto quello che occorre proprio qui, con me. Ho aria nei polmoni e qualche foglio immacolato. Mi piace svegliarmi la mattina e non sapere cosa mi capiterà, o chi incontrerò, dove mi ritroverò. Proprio l'altra notte ho dormito sotto un ponte, e ora mi trovo qui, sulla più imponente nave del mondo, a bere champagne insieme a delle persone raffinate come voi. [...] Secondo me la vita è un dono, non ho intenzione di sprecarla. Non sai mai quali carte ti capiteranno nella prossima mano. Impari ad accettare la vita come viene. [...] Così ogni singolo giorno ha il suo valore.
    Molly: Ben detto, Jack.
    Gracie: Udite, udite.
    Rose: Al valore di ogni singolo giorno.
    Tutti [in coro, brindando]: Al valore di ogni singolo giorno!
  • [Nel 1912]
    Ruth: Questo non è un gioco. La nostra è una situazione precaria. Sai che non abbiamo più denaro.
    Rose: Certo che lo so. Me lo ricordi tutti i santi giorni.
    Ruth: Tuo padre non ci ha lasciato altro che un elenco di debiti celato dal suo buon nome. E quel nome è l'unica carta che ci rimane da giocare. Non ti capisco. Tu e Hockley siete una coppia perfetta. Questo assicurerà la nostra sopravvivenza.
    Rose: Come puoi mettermi un tale peso sulle spalle?
    Ruth: Perché sei così egoista?
    Rose: Ah, sarei io l'egoista?
    Ruth: Vuoi vedermi lavorare come cucitrice? È questo che vuoi? Vuoi vedere le nostre belle cose messe all'asta? I nostri ricordi buttati al vento?
    Rose: È così ingiusto.
    Ruth: Certo che è ingiusto. Siamo donne. Le nostre non sono mai scelte facili.
  • [Nel 1912]
    Rose: Signor Andrews, mi perdoni, ho fatto un veloce calcolo del numero delle scialuppe moltiplicato per la capacità di ognuna. Eh... mi perdoni, ma... pare che non ce ne siano a sufficienza per tutti i passeggeri.
    Andrews: Solo per la metà. Eh, Rose, non le sfugge nulla, eh? Infatti feci installare questo nuovo tipo di gru che può tenere una fila di scialuppe in più da questo lato. Ma c'era chi sosteneva che il ponte avrebbe avuto un aspetto troppo disordinato. Così la mia proposta fu bocciata.
    Cal: È uno spreco di spazio, e poi stiamo parlando di una nave inaffondabile.
    Andrews: Dorma sonni tranquilli, piccola Rose. Le ho costruito un'ottima nave, forte e robusta.
  • [Nel 1912]
    Jack: Rose, non sei certo uno zuccherino, va bene? Anzi, direi persino che sei una bisbetica viziata. Ma, sotto questa facciata sei la più fantastica, la più straordinaria, la creatura più splendente che abbia mai conosciuto, e... e...
    Rose: Jack, io...
    Jack: No, no, lascia che mi spieghi. Sei... sei... incre... Non sono un idiota. So come funziona il mondo. Ho dieci dollari in tasca. Non ho niente da offrirti, e questo lo so. Lo capisco. Ma ormai ci sono troppo dentro. Salti tu, salto io, ricordi? Non posso voltarti le spalle senza avere la certezza che starai bene. Desidero solo questo.
    Rose: Be', sto bene. Starò benissimo. Davvero.
    Jack: Davvero? Non credo proprio. Ti tengono in trappola, Rose. E morirai se non ti liberi. Forse non subito, perché sei forte, ma... prima o poi, quell'ardore che amo tanto in te, Rose, quell'ardore si spegnerà.
    Rose: Non spetta a te salvarmi, Jack.
    Jack: Hai ragione. Solo tu puoi farlo.
  • [Nel 1912, Jack e Rose salgono sull'estremità della prua]
    Jack: Adesso sali sulla ringhiera. Reggiti. Reggiti. Tieni gli occhi chiusi. Ti fidi di me?
    Rose: Mi fido di te.
    Jack: Va bene, apri gli occhi.
    Rose: Sto volando, Jack!
    Jack [canticchiando]: Tu, Josephine, sulla macchina vieni con me, più su. | Vola via con me...
  • [Nel 1996]
    Lewis Bodine: Incredibile. Smith se ne sta lì, impalato, con un avviso di allarme iceberg in quella cazzo di mano – mi scusi – in mano, e ordina di aumentare la velocità.
    Brock Lovett: Ci sono ventisei anni d'esperienza che lavorano contro di lui. È convinto che vireranno in tempo non appena avvisteranno qualcosa di voluminoso. Ma il timone è troppo piccolo per una nave di quella stazza. Non è in grado di virare in tempo. Tutte le sue informazioni sono errate.
  • [Nel 1912, prima che Jack disegni il ritratto di Rose]
    Jack [parlando del Cuore dell'Oceano]: Che bello. Cos'è, uno zaffiro?
    Rose: Un diamante. Un diamante rarissimo. Jack, voglio che tu mi ritragga come una delle tue ragazze francesi. Con questo addosso.
    Jack: D'accordo.
    Rose: Con solo questo addosso.
  • [Nel 1912, mentre Jack disegna il ritratto di Rose]
    Rose: Come sei serio. Ho l'impressione che tu stia arrossendo, signor Grande Artista. Non riesco a immaginare monsieur Monet che arrossisce.
    Jack: Ma lui dipinge paesaggi.
  • [Nel 1996, parlando della sessione di posa]
    Rose: Il mio cuore batté come un tamburo per tutto il tempo. Fu il momento più eccitante della mia vita, almeno fino a quel giorno.
    Lewis Bodine: E dopo cos'è successo?
    Rose: Vuole sapere se l'abbiamo fatto? [l'equipaggio ridacchia] Mi dispiace deluderla, signor Bodine. Jack era un vero professionista.
  • [Nel 1912]
    Charles Lightoller: Non credo di aver mai visto un mare così calmo.
    Smith: Piatto come una tavola. Non tira un filo di vento.
    Charles Lightoller: Sarà ancora più difficoltoso avvistare qualche iceberg, senza lo scrosciare delle onde contro le sue pareti.
  • [Nel 1912]
    Jack [facendo finta di guidare la Renault]: Dove la porto, signorina?
    Rose: Su una stella.
  • [Nel 1912, di guardia per avvistare gli iceberg]
    Frederick Fleet: Sai, io lo so fiutare il ghiaccio. Voglio dire... sento quand'è vicino.
    Reginald Lee: Stronzate!
  • [Nel 1912]
    Rose: Quando la nave attraccherà, io scenderò con te.
    Jack: Ma è da pazzi...
    Rose: Lo so, non ha senso... per questo ci credo.
  • [Nel 1912]
    Andrews: In dieci minuti, quattro metri e mezzo d'acqua nel gavone di prua, in tutte e tre le stive e nel locale della caldaia 6.
    Ismay: Quando potremo riprendere a navigare?
    Andrews: Sono già cinque i compartimenti allagati. Può sopportare uno squarcio e rimanere comunque a galla con quattro compartimenti allagati, ma non cinque. Non cinque. Mentre affonda a prua, l'acqua passerà sopra le paratie del ponte "E" arrivando fino a poppa e non c'è alcun modo di impedirlo.
    Smith: Le pompe. Se apriamo le paratie possiamo...
    Andrews: Le pompe fanno sì guadagnare tempo, ma solo pochi minuti. Da questo momento qualunque cosa facciamo il Titanic affonderà.
    Ismay: Ma questa nave non può affondare!
    Andrews: È fatta di ferro, signore. Le assicuro che può affondare! E affonderà. È una certezza matematica.
    Smith: Quanto tempo abbiamo?
    Andrews: Un'ora, due al massimo. [...]
    Smith: Ho l'impressione che finirà in prima pagina comunque, signor Ismay.
  • [Nel 1912]
    Rose: Signor Andrews, ho visto l'iceberg. E lo vedo anche nei suoi occhi. La prego, mi dica la verità.
    Andrews: La nave affonderà.
    Rose: Ne è certo?
    Andrews: Sì. Fra un'ora o poco più, tutto questo sarà si ritroverà sul fondo dell'Atlantico.
  • [Nel 1912, durante il naufragio]
    Ruth: Scusate, le scialuppe sono divise per classe? Spero che non siano troppo affollate.
    Rose: Oh, mamma, che dici?! Sta' zitta! Non capisci? L'acqua è gelida e non ci sono scialuppe a sufficienza! Bastano appena per una metà! L'altra metà di gente che è su questa nave morirà!
    Cal: Non la metà che conta. È un peccato che non mi sia tenuto quel disegno. Varrà molto di più domattina.
    Rose: Che bastardo impenitente.
  • [Nel 1912, durante il naufragio]
    Cal: Dove stai andando? [guardandola negli occhi, capisce] Cosa? Da lui? Per fare la puttana di un topo da fogna?
    Rose: Preferisco essere la sua puttana piuttosto che tua moglie!
    Cal: No! No! Ho detto no!! [Rose gli sputa in faccia]
  • [Nel 1912, durante il naufragio]
    Ascensorista: Mi dispiace, signorina, ma gli ascensori sono fuori servizio.
    Rose: Maledizione, ho chiuso con le buone maniere! [spinge l'inserviente nell'ascensore] Portami subito giù! "E"! Ponte "E"!
  • [Nel 1912, durante il naufragio Jack e Rose rompono una porta per uscire da una cabina e un inserviente se ne accorge]
    Inserviente: Ehi! Che cosa credete di fare?! Questa è proprietà della White Star! Dovrai pagare i danni, lo sai?
    Jack e Rose [in coro]: Sta' zitto!
  • [Nel 1912, suonando durante il naufragio]
    Violinista 1: A che serve? Nessuno ci sta ascoltando!
    Violinista 2: Be', non ci ascoltano neanche a cena!
  • [Nel 1912, mentre la scialuppa di Rose viene calata]
    Cal: Sei bravo a mentire.
    Jack: Bravo quasi quanto te. [...] Non c'è... nessun accordo, vero?
    Cal: Oh, sì che c'è. Ma tu non ne trarrai alcun beneficio. Vinco sempre io, Jack. In un modo o nell'altro.
  • [Nel 1912, durante il naufragio, quando Rose se ne va dalla scialuppa]
    Jack: Rose! Rose! Sei pazza! Perché l'hai fatto? Sei pazza, Rose. Perché l'hai fatto? Perché?
    Rose: Salti tu, salto io, giusto?
    Jack: Giusto!
  • [Nel 1912, durante il naufragio]
    Cal: Avevamo un accordo, maledetto!
    Murdoch [butta le banconote][ultime parole] : Questi soldi non salveranno te come non salveranno me! State indietro, state indietro!
  • [Nel 1912, durante il naufragio]
    Andrews: Oh, Rose.
    Rose: Non tenterà nemmeno di salvarsi.
    Andrews [ultime parole] : Mi dispiace di non averle costruito una nave più robusta, mia giovane Rose.
  • [Nel 1912, durante il naufragio]
    Passeggero [tra sé e sé]: "Quand'anche camminassi tra mezzo all'ombra di morte, non avrei paura di niente..."
    Jack: Ti dispiace affrettare il passo, "tra mezzo all'ombra di morte"!?
  • [Nel 1912, Molly insiste per tornare indietro e salvare i superstiti rimasti in acqua] Hichens: Lei non capisce. Se torniamo indietro, ci faranno imbarcare acqua. Ci faranno affondare, le dico!
    Molly: Stia zitto. Mi sta spaventando. Avanti, ragazze, afferrate un remo. Andiamo.
    Hichens: È impazzita? Siamo nel bel mezzo dell'Oceano Atlantico. Sentite, volete continuare a vivere o volete morire?
    Molly: Io proprio non vi capisco. Che vi prende? Sono i vostri uomini quelli lì fuori! Ne abbiamo, di spazio.
    Hichens: E ci sarà un posto in più su questa scialuppa, se non ti sbrighi a tapparti quel becco parlante!
  • [Nel 1912]
    Rose: Ti amo, Jack.
    Jack: Non farlo. Non dire addio. Non ancora. Mi hai capito?
    Rose: Sento tanto freddo.
    Jack: Senti, Rose, tu te la caverai. Andrai avanti con la tua vita e avrai molti bambini. E li vedrai crescere. Morirai quando sarai vecchia, al calduccio, nel tuo letto. Non qui. Non stanotte. Non così. Sono stato chiaro?
    Rose: Non sento il mio corpo.
    Jack: Vincere quel biglietto, Rose, è stata la cosa più bella che mi sia mai capitata. Mi ha portato da te. E gli sono grato per questo, Rose. Gliene sono grato. Devi... devi farmi quest'onore. Devi promettermi che sopravviverai... che non ti arrenderai... qualunque cosa accada... per quanto disperata sia la situazione.
    Promettimelo adesso, Rose. E non dimenticare mai questa promessa.
    Rose: Lo prometto.
    Jack [ultime parole] : Non la dimenticare mai.
    Rose: Non la dimenticherò, Jack. Non la dimenticherò mai.
  • [Nel 1912]
    Rose: Continua a tenermi la mano. Jack: Non la lascio.
  • [Nel 1912]
    Jack: Come lo hai scoperto?
    Rose: Non l'ho scoperto, mi sono resa conto che l'ho sempre saputo.
  • [Nel 1912, arrivando a New York]
    Funzionario del Carpathia: Mi scusi, può dirmi il suo nome, per favore?
    Rose: Dawson. Rose Dawson.
    Funzionario del Carpathia: Grazie.
  • [Nel 1996]
    Lewis Bodine: Non abbiamo mai trovato niente su Jack. Non esiste alcuna documentazione su di lui.
    Rose: Ahah, certo che no, e come potrebbe esserci? Non ho mai parlato di lui sino ad oggi, con nessuno, [rivolgendosi a Lizzy] neanche con tuo nonno. Il cuore di una donna è un profondo oceano di segreti. Ma ora sapete che c'era un uomo di nome Jack Dawson e che lui mi ha salvato, in tutti i modi in cui una persona può essere salvata. Non ho nemmeno una sua foto, non ho niente di lui, vive solo nei miei ricordi.

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