Frasi del film Mio cugino Vincenzo


Le più belle e celebri frasi del film "Mio cugino Vincenzo", film commedia del 1992 con Joe Pesci e Marisa Tomei.

«Verità, giustizia e il metodo Gambini...»
(Tagline del film)

Titolo Originale: "The Box" (2009)
Genere: Film commedia
Regia di: Jonathan Lynn
Protagonisti: Joe Pesci, Marisa Tomei, Ralph Macchio, Fred Gwynne

Trama breve: 
Due adolescenti di New York stanno viaggiando verso il sud quando una serie di coincidenze li mette in prigione accusati di omicidio di primo grado. Non possono permettersi i $ 50K per un avvocato, così chiamano il cugino avvocato di uno dei ragazzi. Vinny è un newyorkese stereotipato che inizialmente si rivela un disastro completo, ma pian piano proverà a mettersi in carreggiata... riuscirà a tenere testa all'accusa?
(Scheda completa)


Frasi celebri

Ha una sua ragione d'esistere quell'incredibile, bordellosissimo, lacerante fischio alle 5:30 del mattino? (Vincenzo)

Vuoi aiuto? Non puoi aiutarmi. Vorrei che potessi ma non puoi. [Lisa lo guarda male]. Ma cos'hai da guardarmi? Dovresti vederti, ma che significa quello sguardo, sono un pezzo di merda solo perché non so come puoi aiutarmi? (Vincenzo)



Dialoghi

  • Bill: Ah il tonno, dobbiamo prendere il tonno.
    Stan: Ti prego con il tonno basta, tregua.
    Bill: Ma contiene proteine, ne abbiamo bisogno.
    Stan: Ci sono anche nei fagioli.
    Bill: I fagioli fanno scoreggiare.
    Stan: Tanto abbiamo la spider.
  • [Vincenzo è l'avvocato, ma Stan pensa di essere lì per sodomizzarlo]
    Vincenzo: Ah dorme, guarda, che carino [Riferito a Billy]. Beh, vuol dire che comincerò con te. Lasciamolo riposare, va bene?
    Stan: Guarda che io non me la sento di farlo.
    Vincenzo: E certo ti capisco, ma se fossi io al tuo posto cercherei di arrivare in fondo alla cosa, rapidamente, e soprattutto nel modo meno doloroso possibile. Perciò vedi tu se è il caso di rendere tutto più semplice saltando i preliminari.
    Stan: [Spaventato e tremante] Noooo...
    [Stan cerca di alzarsi]
    Vincenzo: Ma che ti piglia, rilassati rilassati. Sai forse dovremo stare un paio di minuti da soli, e sì per conoscerci molto meglio, prima come dire "di passare ai fatti".
    Stan: Io questo non voglio farlo.
    Vincenzo: Io mi rendo conto, ma scusa, le tue alternative quali sono?
    Stan: Le mie alternative?
    Vincenzo: Sì.
    Stan: A cosa, a lei? Non lo so, il suicidio, la morte...
    Vincenzo: Ah, senti, o scegli me o loro. In tutti e due i casi si fottuto.
    Stan: [prova ad allontanarsi]
    Vincenzo: Datti una calmata, non temere, io vi aiuterò.
    Stan: Ah, la ringrazio.
    Vincenzo: Scusami, ma credo che un pizzico di gratitudine non sarebbe fuori luogo qui, eh.
    Stan: Io dovrei anche esserle grato?
    Vincenzo: E certo, è il tuo culo, non è il mio. E penso che dovresti esserne grato, anzi a dire la verità dovresti metterti in ginocchio.
    Stan: Scusa, ma non le sembra di esagerare con le pretese adesso?
    Vincenzo: Pretese? Io ti sto facendo un favore. Aò, mi stai avendo GRATIS, ti pare niente?
    Stan: Certo che lei ha un ego grande come una casa.
    Vincenzo: Ma che cazzo dici giovanotto, tu hai dei problemi. Non sono venuto fin qua soltanto per farmelo mettere nel culo.
    Stan: Ah no, nonono. Io non glielo metterò nel culo. Io non farò niente.
    Vincenzo: Chiuso, con te ho chiuso. Mi occuperò soltanto di lui. HEY, BILLY! [sveglia di soprassalto il cugino]
  • Billy: Vincenzo, ti sei laureato i legge sei anni fa. Che hai fatto finora?
    Vincenzo: Ho studiato per l'iscrizione all'albo.
    Billy: Hai studiato tanto!
  • Vincenzo: Ma questa roba che cos'è?
    Il cuoco: Non conosce la pastella?
    Vincenzo: Certo che conosco la pastella, ma è la prima volta che me la ritrovo nel piatto!
  • Vincenzo: Mi risulta che tu e Lisa avete fatto una partita per 200 dollari che lei ha vinto… vorrei riscuotere….
    J.T.: E se invece ti rompessi il culo?
    Vincenzo: Ah, una controfferta! E questa è quella che noi avvocati (io sono un avvocato) noi avvocati chiamiamo una controfferta! aspetta…..fammi pensare…..è una decisione difficile da prendere……fammi rompere il culo o incassare 200 dollari…… mm, tu che ne dici? Sai l’offerta del culo è allettante, voglio essere sincero con te, ma… na, lascia stare preferisco i 200!
    J.T.: Dovrai passarmi sopra!
    Vincenzo: Ti piace mercanteggiare! Hai sangue levantino eh! D'accordo, d'accordo, questa è la mia controfferta: che devo fare, ammazzarti o è sufficiente una frullatina generale dei tuoi organi interni, eh?
    J.T.: Tu sogni ad occhi aperti.
    Vincenzo: No, no, no... dico sul serio. Se ti do una frullatina agli organi interni, tu lo paghi il debito?
    J.T.: [incredulo] Se tu riuscirai a mandarmi lungo, io ti pagherò il debito.
    Vincenzo: Allora, ricapitoliamo a scanso di equivoci, vero. La scelta ora è fra tu che mi rompi il culo oppure, oppure opzione B: io che lo rompo a te e incasso i 200 dollari e così... scelgo l'opzione B, mi conviene, ti rompo il culo e mi intasco i 200 dollari, no?
    [Si toglie la giacca]
    J.T.: Facciamo a botte ora?
    Vincenzo: Sì. Ma prima, fammi vedere i soldi.
    J.T.: Ce l'ho non temere.
    Vincenzo: E allora tirali fuori, mostrameli.
    J.T.: [pausa] Me li faccio dare.
    Vincenzo: Ah ora non ce l'hai? D'accordo, rimediali e poi magari rifacciamo i conti, va bene?
    [Prende la giacca da Lisa]
  • Vincenzo: Signora quante dita sono queste per cortesia?
    Giudice Chamberlain Haller: Verbalizzi che l'avvocato difensore sta mostrando due dita
    Vincenzo: Ma come verbalizzi le due dita Signor Giudice!
    Giudice Chamberlain Haller: Mi scusi…
  • Mona Lisa Vito: Stai andando a caccia?
    Vincenzo: Esatto.
    Mona Lisa Vito: Ma perché vai a caccia? Scusa, ma non dovresti prepararti per il processo?
    Vincenzo: Sai, stanotte pensavo che se sapessi tutto quello che sa lui. Se mi lasciasse guardare le sue carte... allora sì, eh.
    Mona Lisa Vito: E mai io non ti seguo. Che cosa c'entrano le carte ti Trotter con la caccia?
    Vincenzo: E c'entra. Dunque immagina due uomini, due fucili e una foresta. La caccia. È un'occasione per familiarizzare, per arruffianarmelo un po'. Forse non mi farà leggere le sue carte, ma magari abbasserà la guardia di quel tanto per rubargli informazioni interessanti.
    [Cerca tra i vestiti]
    Vincenzo: Ma come mi vesto?
    Mona Lisa Vito: Cosa dovete cacciare?
    Vincenzo: Non lo so, Lisa. Lui ha un sacco di teste imbalsamate in ufficio.
    Mona Lisa Vito: Teste? Che genere di teste?
    Vincenzo: Assortite, ho visto un toro, dei cervi, un orso...
    Mona Lisa Vito: Hey, hey, andate a sparare a dei cervi?
    Vincenzo: Sparare, penso di sì. Sono un ometto ormai, posso andare a sparare ai cervi, no?
    Mona Lisa Vito: Cacciare un povero innocente cerbiattino dagli occhi dolci solo e indifeso?
    Vincenzo: Questa è bella, non potrò piagnucolare e chiedere pietà per gli animali. Trotter non avrebbe più rispetto per me, vuoi che accade questo, eh?
    [Lisa si alza, va verso il bagno e chiude la porta]
    Vincenzo: Ma secondo te questi pantaloni vanno bene pa' caccia? Ohh!
    Mona Lisa Vito: [Esce dal bagno] Immagina di essere un cervo, stai saltellando da solo e ti viene sete, arrivi a una piccola fonte. Avvicini le tue labbrucce a quell'acqua fresca e chiara... BAM! Un pezzo di piombo ti frantuma una parte del cranio, brandelli sanguinolenti del tuo cervello vengono spruzzati qua e là. Ora ti chiedo, ma fregherebbe che cazzo di pantaloni indossa lo stronzo che t'ha sparato?
  • Vincenzo: Si può sapere che hai?
    Mona Lisa Vito: Non lo so.
    Vincenzo: Ti comporti in modo strano, pari nervosa.
    Mona Lisa Vito: È vero, sì lo sono.
    Vincenzo: Non ne hai motivo, quello sotto tiro sono io, invece sono calmissimo.
    Mona Lisa Vito: Vuoi sapere perché sono nervosa? Te lo dico subito perché sono nervosa, non conosco questo regolamento legale del cavolo, non capisco mai cosa succede. So solo che tu combini casini e io non so come aiutarti.
    Vincenzo: Mi hai già prestato la machina fotografica, amore.
    Mona Lisa Vito: Oh, Vincenzo, vederti che ti logori su quelle carte e anche quando mi porti con te mi fa sentire ugualmente inutile.
    Vincenzo: C'è altro?
    Mona Lisa Vito: Beh, tu sei già abbastanza sotto pressione, mi dispiace dovertelo ricordare, però ci dovevamo sposare non appena avessi vinto la prima causa. Nel frattempo e parlo di dieci anni, mia nipote, la figlia di mia sorella, si è sposata pure lei e il mio orologio biologico sta ticchettando così.
    [Sbatte il piede]
    Mona Lisa Vito: E da come si è messa questa storia io non mi sposerò mai.
    Vincenzo: Lisa, non me lo merito. In questo momento non ho bisogno di altri pensieri per la testa, chiaro? Ho un giudice che raggiunge l'orgasmo se può sbattermi in galera, un'idiota che vuole pestarmi per 200 dollari, porci mandati al macello, fischi e sirene per tutte le notti. Non riesco a chiudere occhio da 5 giorni, ho finito i soldi, non so più come devo vestirmi. E ho un processo per omicidio in cui mi sto giocando con pessime carte la vita di due ragazzi innocenti. Per non parlare del tuo...
    [Sbatte il piede]
    Vincenzo: uh uh uh OROLOGIO BIOLOGICO, della mia carriera, della tua vita, delle nostre nozze, e fammi pensare se ho dimenticato di citare qualcosa, non c'è altra cacca da aggiungere alla montagnola sulla quale mi trovo seduto sopra? No, non ci credo. Non è possibile.
    Mona Lisa Vito: [pausa] Forse avrei dovuto aspettare un momento migliore.
  • Vincenzo: Ho vinto la mia prima causa, sai che significa?
    Mona Lisa Vito: Che ora ti illudi che ti sposerò.
    Vincenzo: Perché non mi sposi più adesso?
    Mona Lisa Vito: Scordatelo, non sai vincere una causa da solo, sei un essere inutile.
    Vincenzo: Io pensavo di sposarti domenica.
    Mona Lisa Vito: Non ci arrivi, eh? Testa di legno! Così non è romantico. Io voglio sposarmi in chiesa, con le damigelle, lo strascico, i fiori...
    Vincenzo: No, no no... un momento, allora baravi tutte le volte che mi dicevi spontaneo e romantico, Vincenzo.
    Mona Lisa Vito: Senti, anche un rutto è spontaneo ma non è romantico.

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