Frasi del film V per Vendetta


Le più belle e celebri frasi del film "V per Vendetta", film drammatico e fantascienza del 2005 con Hugo Weaving e Natalie Portman

«Libertà! Sempre!»
(Tagline del film)

Titolo Originale:
"V for Vendetta" (2005)
Genere: Film drammatico, azione, fantascienza
Regia di: James McTeigue
Protagonisti: Hugo Weaving, Natalie Portman, Stephen Rea

Trama breve:
 In un futuro non troppo lontano, la Gran Bretagna è guidata da un regime totalitario. Una giovane donna di nome Evey che si ritrova accerchiata da delle guardie di strada, viene salvata da un vigilante mascherato conosciuto solo come "V". Incomparabilmente carismatico e ferocemente abile nell'arte del combattimento e dell'inganno, V accende una rivoluzione, invitando i suoi concittadini a ribellarsi contro la tirannia e l'oppressione. Evey diventerà il suo improbabile alleato.
(Scheda completa)


Frasi celebri

Ricorda per sempre il 5 novembre, il giorno della congiura delle polveri contro il parlamento. Non vedo perché di questo complotto, nel tempo il ricordo andrebbe interrotto. Ma l'uomo? So che il suo nome era Guy Fawkes e so che nel 1605 tentò di far esplodere il parlamento inglese. Ma chi era realmente? Che tipo d'uomo era? Ci insegnano a ricordare le idee e non l'uomo, perché l'uomo può fallire. L'uomo può essere catturato, può essere ucciso e dimenticato. Ma 400 anni dopo ancora una volta un'idea può cambiare il mondo. Io sono testimone diretto della forza delle idee, ho visto gente uccidere per conto e per nome delle idee, li ho visti morire per difenderle... Ma non si può baciare un'idea, non puoi toccarla né abbracciarla; le idee non sanguinano, non provano dolore... le idee non amano. Non è di un'idea che sento la mancanza ma di un uomo, un uomo che mi ha riportato alla mente il 5 novembre: un uomo che non dimenticherò mai. (Evey)

Nessuno dimenticherà più quella notte e il significato che ha avuto per questo paese. Io non dimenticherò mai l'uomo e il significato che ha avuto per me. (Evey)

I popoli non dovrebbero avere paura dei propri governi, sono i governi che dovrebbero avere paura dei popoli... (V)

Il palazzo è un simbolo, come lo è l'atto di distruggerlo, sono gli uomini che conferiscono potere ai simboli, ma con un bel numero di persone alle spalle far saltare un palazzo può cambiare il mondo. (V)

Ma ancora una volta, a dire la verità, se cercate un colpevole non c'è che da guardarsi allo specchio… (V)

USA: Ulcerato Sfintere d'Amerdica. Vi è piaciuta? Andiamo, che altro si può dire? Un paese che aveva tutto, assolutamente tutto e ora, vent'anni dopo, che cos'è? La più grande colonia di lebbrosi del mondo. Perché? Perché è senza Dio! Lasciate che lo ripeta ancora: è senza Dio! Non è stata la guerra che hanno iniziato, non è stata la peste che hanno creato, è stato il giudizio di Dio. Nessuno sfugge al proprio passato! Nessuno sfugge al giudizio! (Lewis Prothero)

Le mille indegnità della natura scivolano su di lui, disdegnando la fortuna e brandendo il ferro sanguinante di fumosa strage. (V)

Siamo spesso da biasimare in questo: è ben provato che con un'aria devota e un'azione pia inzuccheriamo lo stesso diavolo. (V)

Ma in questa notte estremamente fausta permettimi dunque in luogo del più consueto nomignolo di accennare al carattere di questa dramatis persona.
Voilà! Alla Vista un umile Veterano del Vaudeville, chiamato a fare le Veci sia della Vittima che del Violento dalle Vicissitudini del fato. Questo Viso non è Vacuo Vessillo di Vanità, ma semplice Vestigia della Vox populi, ora Vuota, ora Vana. Tuttavia questa Visita alla Vessazione passata acquista Vigore ed è Votata alla Vittoria sui Vampiri Virulenti che aprono al Vizio, garanti della Violazione Vessatrice e Vorace della Volontà. L'unico Verdetto è Vendicarsi... Vendetta... E diventa un Voto non mai Vano poiché il suo Valore e la sua Veridicità Vendicheranno un giorno coloro che sono Vigili e Virtuosi. In Verità questa Vichyssoise Verbale Vira Verso il Verboso, quindi permettimi di aggiungere che è un grande onore per me conoscerti e che puoi chiamarmi V. (V)

Vuol dire che io, come Dio, non gioco ai dadi, e non credo nelle coincidenze. (V)

Signori, attenzione! Questo è un test, un grosso rischio per la nostra fede. Fallire significa insinuare il dubbio in tutto quello in cui crediamo, in tutto quello per il quale ci siamo battuti. Il dubbio farà precipitare nuovamente questo paese nel caos e io non permetterò che ciò si ripeta. Voglio che questo terrorista venga trovato e voglio che capisca profondamente il vero significato della parola "terrore". (Adam Sutler)

Il nostro compito è riferire le notizie, non fabbricarle. Quello è compito del governo. (Dascombe)

Voglio avere l'occasione di parlare con lei prima che scompaia dietro a uno dei cappucci neri di Creedy. (Finch)

Buona sera, Londra. Prima di tutto vi prego di scusarmi per questa interruzione: come molti di voi, io apprezzo il benessere della routine quotidiana, la sicurezza di ciò che è familiare, la tranquillità della ripetizione; ne godo quanto chiunque altro. Ma nello spirito della commemorazione, affinché gli eventi importanti del passato, generalmente associati alla morte di qualcuno o al termine di una lotta atroce e cruenta vengano celebrati con una bella festa, ho pensato che avremmo potuto dare risalto a questo 5 novembre, un giorno, ahimè, sprofondato nell'oblio, sottraendo un po' di tempo alla vita quotidiana, per sederci e fare due chiacchiere. Alcuni vorranno toglierci la parola, sospetto che in questo momento stiano strillando ordini al telefono e che presto arriveranno gli uomini armati. Perché? Perché, mentre il manganello può sostituire il dialogo, le parole non perderanno mai il loro potere; perché esse sono il mezzo per giungere al significato, e per coloro che vorranno ascoltare, all'affermazione della verità. E la verità è che c'è qualcosa di terribilmente marcio in questo paese. Crudeltà e ingiustizia, intolleranza e oppressione. E lì dove una volta c'era la libertà di obiettare, di pensare, di parlare nel modo ritenuto più opportuno, lì ora avete censori e sistemi di sorveglianza, che vi costringono ad accondiscendere e sottomettervi. Com'è accaduto? Di chi è la colpa? Sicuramente ci sono alcuni più responsabili di altri che dovranno rispondere di tutto ciò; ma ancora una volta, a dire la verità, se cercate il colpevole... non c'è che da guardarsi allo specchio. Io so perché l'avete fatto: so che avevate paura, e chi non ne avrebbe avuta? Guerre, terrore, malattie: c'era una quantità enorme di problemi, una macchinazione diabolica atta a corrompere la vostra ragione e a privarvi del vostro buon senso. La paura si è impadronita di voi, e il caos mentale ha fatto sì che vi rivolgeste all'attuale Alto Cancelliere: Adam Sutler. Vi ha promesso ordine e pace in cambio del vostro silenzioso obbediente consenso. Ieri sera ho cercato di porre fine a questo silenzio. Ieri sera io ho distrutto il vecchio Bailey, per ricordare a questo paese quello che ha dimenticato. Più di quattrocento anni fa, un grande cittadino ha voluto imprimere per sempre nella nostra memoria il 5 novembre. La sua speranza, quella di ricordare al mondo che l'equità, la giustizia, la libertà sono più che parole: sono prospettive. Quindi, se non avete visto niente, se i crimini di questo governo vi rimangono ignoti, vi consiglio di lasciar passare inosservato il 5 novembre. Ma se vedete ciò che vedo io, se la pensate come la penso io, e se siete alla ricerca come lo sono io, vi chiedo di mettervi al mio fianco, a un anno da questa notte, fuori dai cancelli del Parlamento, e insieme offriremo loro un 5 novembre che non verrà mai più dimenticato. (V)

Io oso fare tutto ciò che può essere degno di un uomo, chi osa di più non lo è. (V)

E la morale della favola, signore e signori, è: i buoni vincono, i cattivi perdono e, come sempre, l'Inghilterra domina! (Lewis Prothero)

Mio padre era uno scrittore, ti sarebbe piaciuto. Diceva sempre che gli artisti usano le bugie per dire la verità, mentre i politici le usano per coprire la verità. (Evey)

È una cosa che riguarda tutti i governi: i documenti più affidabili sono i documenti delle tasse. (Finch)

L'energia nucleare è inutile in un mondo dove un virus può uccidere un'intera popolazione, lasciandone intatta la ricchezza. (Delia) [dal suo diario]

So che non posso in nessun modo convincerti che questo non è uno dei loro trucchi, ma non mi interessa. Io sono io.
Mi chiamo Valerie. Non credo che vivrò ancora a lungo e volevo raccontare a qualcuno la mia vita. Questa è l'unica autobiografia che scriverò e... Dio! Mi tocca scriverla sulla carta igienica.
Sono nata a Nottingham nel 1985. Non ricordo molto dei miei primi anni, ma ricordo la pioggia. Mia nonna aveva una fattoria a Tottlebrook e mi diceva sempre che "Dio è nella pioggia".
Superai l'esame di terza media ed entrai al liceo femminile. Fu a scuola che incontrai la mia prima ragazza: si chiamava Sara. Furono i suoi polsi... erano bellissimi. Pensavo che ci saremmo amate per sempre. Ricordo che il nostro insegnante ci disse che era una fase adolescenziale, che sarebbe passata crescendo. Per Sara fu così, per me no.
Nel 2002 mi innamorai di Christina. Quell'anno confessai la verità ai miei genitori. Non avrei potuto farlo senza Chris che mi teneva la mano. Mio padre ascoltava ma non mi guardava. Mi disse di andarmene e di non tornare mai più. Mia madre non disse niente, ma io avevo detto solo la verità, ero stata così egoista? Noi svendiamo la nostra onestà molto facilmente, ma in realtà è l'unica cosa che abbiamo, è il nostro ultimo piccolo spazio. All'interno di quel centimetro siamo liberi. (Valerie) [dalla sua lettera]

Avevo sempre saputo cosa fare nella vita, e nel 2015 recitai nel mio primo film: Le pianure di sale. Fu il ruolo più importante della mia vita, non per la mia carriera ma perché fu lì che incontrai Ruth. La prima volta che ci baciammo, capii che non avrei mai più voluto baciare altre labbra al di fuori delle sue.
Andammo a vivere insieme in un appartamentino a Londra. Lei coltivava le Scarlett Carson per me nel vaso sulla finestra e la nostra casa profumava sempre di rose. Furono gli anni più belli della mia vita.
Ma la guerra in America divorò quasi tutto e alla fine arrivò a Londra.
A quel punto non ci furono più rose... per nessuno. (Valerie) [dalla sua lettera]

Ricordo come cominciò a cambiare il significato delle parole. Parole poco comuni come "fiancheggiatore" e "risanamento" divennero spaventose, mentre cose come "Fuoco Norreno" e "Gli articoli della fedeltà" divennero potenti. Ricordo come "diverso" diventò "pericoloso". Ancora non capisco perché ci odiano così tanto.
Presero Ruth mentre faceva la spesa. Non ho mai pianto tanto in vita mia. Non passò molto tempo prima che venissero a prendere anche me.
Sembra strano che la mia vita debba finire in un posto così orribile, ma per tre anni ho avuto le rose e non ho chiesto scusa a nessuno.
Morirò qui... tutto di me finirà... tutto... tranne quell'ultimo centimetro... un centimetro... è piccolo, ed è fragile, ma è l'unica cosa al mondo che valga la pena di avere.
Non dobbiamo mai perderlo, o svenderlo, non dobbiamo permettere che ce lo rubino... Spero che chiunque tu sia, almeno tu, possa fuggire da questo posto; spero che il mondo cambi e le cose vadano meglio ma quello che spero più di ogni altra cosa è che tu capisca cosa intendo quando dico che anche se non ti conosco, anche se non ti conoscerò mai, anche se non riderò e non piangerò con te, e non ti bacerò, mai... io ti amo. Dal più profondo del cuore... Io ti amo. (Valerie) [dalla sua lettera]

Ecco! All'inizio anche io pensavo fosse odio, l'odio era l'unica cosa che conoscevo, l'odio aveva costituito il mio mondo, mi aveva imprigionato, mi aveva insegnato a mangiare, bere, respirare. Pensavo che l'odio che mi scorreva nelle vene mi avrebbe ucciso. Ma poi è successo qualcosa... a me, come è successo a te. (V)

Ascoltami, ascoltami, ascoltami! Questo può essere il momento più importante della tua vita, mettici tutta te stessa! Ti hanno portato via i genitori, ti hanno portato via tuo fratello, ti hanno chiuso in una cella e ti hanno preso tutto ciò che potevano tranne la vita, e tu hai creduto che esistesse solo quella. Vero? Che l'unica cosa rimasta fosse la tua vita. Ma non era vero! Hai trovato qualcos'altro. In quella cella hai trovato qualcosa di più importante per te della vita. Perché, quando hanno minacciato di ucciderti se non avessi dato loro quello che volevano, tu hai detto che avresti preferito morire? Hai affrontato la morte Evey. Eri calma. Eri ferma. Prova a sentire ora quello che sentivi prima. (V)

Io sono il frutto di quello che mi è stato fatto. È il principio fondamentale dell'universo: a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. (V)

Una rivoluzione senza un ballo è una rivoluzione che non vale la pena di fare. (V)

Nascondi ciò che sono e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni. (V)

Un penny per quell'uomo! (V)



Dialoghi

  • Evey: Chi sei?
    V: Chi... "Chi" è soltanto la forma conseguente alla funzione, ma ciò che sono è un uomo in maschera.
    Evey: Ah, questo lo vedo!
    V: Certo, non metto in dubbio le tue capacità di osservazione. Sto semplicemente sottolineando il paradosso costituito dal chiedere a un uomo mascherato chi egli sia.
  • V: È a madame Giustizia che dedico questo concerto, in onore della vacanza che sembra aver preso da questi luoghi e per riconoscenza all'impostore che siede al suo posto! Dimmi, che giorno è oggi Evey?
    Evey: Ehm... Il 4 novembre? [suonano le campane della mezzanotte]
    V: Non più ormai... Ricorda per sempre il 5 novembre, il giorno della congiura delle polveri contro il parlamento. Non vedo perché di questo complotto nel tempo il ricordo andrebbe interrotto.
  • Evey: Tu pensi che far saltare in aria il parlamento renderà migliore questo paese?
    V: Non vi sono certezze, solo opportunità.
    Evey: Be', puoi essere certo che Creedy incappuccerà chiunque si presenti, dal primo all'ultimo.
    V: I popoli non dovrebbero avere paura dei propri governi, sono i governi che dovrebbero aver paura dei popoli.
    Evey: E tu farai in modo che questo accada facendo esplodere un palazzo?
    V: Il palazzo è un simbolo, come lo è l'atto di distruggerlo. Sono gli uomini che conferiscono potere ai simboli. Da solo un simbolo è privo di significato, ma con un bel numero di persone alle spalle far saltare un palazzo può cambiare il mondo.
    Evey: Vorrei tanto che fosse possibile, ma ogni volta che ho visto cambiare questo mondo è sempre stato in peggio.
  • Lewis Prothero: Tu? Sei proprio tu?
    V: Il fantasma del Natale passato...
«Strenght trough Purity. Purity trough Faith» («Forza attraverso la purezza. Purezza attraverso la fede»). Uno dei manifesti del partitoFuoco Norreno, mostrati nel corso del film

  • V: Il mio film preferito! Il conte di Montecristo, con Robert Donat nel ruolo di Edmond Dantes. Ah, mi commuovo tutte le volte...
    Evey: Non l'ho mai visto!
    V: Sul serio? Ti andrebbe?
    Evey: Almeno ha un lieto fine?
    V: Di quelli che solo la celluloide sa regalare.
  • V: La violenza si può usare per una buona causa.
    Evey: Che cosa stai dicendo?
    V: Giustizia!
    Evey: Oh, capisco!
    V: In questo paese non c'è un tribunale per quelli come Prothero.
    Evey: E hai intenzione di uccidere altre persone?
    V: Sì.
  • Evey [leggendo un'iscrizione su uno specchio]: Vi Veri Veniversum Vivus Vici...
    V: Con la forza della verità, in vita, ho conquistato l'universo.
  • V: E così ricopro la mia nuda perfidia con antiche espressioni a me estranee rubate ai sacri testi e sembro un santo quando faccio la parte del diavolo.
    Vescovo Lilliman: Ti prego, abbi pietà!
    V: Oh, non stasera, eccellenza! Non stasera!
    Vescovo Lilliman: Non farlo ti scongiuro!
    V: Apri la bocca e tira fuori la lingua!
    Vescovo Lilliman: Non voglio morire! Abbi pietà del servitore di Dio! Non ammazzarmi!
  • Evey: Quello cos'è?
    Gordon: È una copia del Corano del XIV secolo.
    Evey: Sei musulmano?
    Gordon: No, faccio televisione!
    Evey [ride]: Ma allora perché lo tieni?
    Gordon: Perché trovo eccezionalmente belle le sue immagini e commovente la sua poesia.
    Evey: Non ne vale la pena. Voglio dire, se lo trovassero qui...
    Gordon: Te l'ho detto, tu saresti l'ultimo dei miei problemi!
  • Gordon: Vedi, in un modo o nell'altro, siamo entrambi fuggiaschi.
    Evey: Ma...
    Gordon: Ti stai chiedendo perché ti abbia invitato qui a cena a questo punto, se il mio appetito va in cerca di cibi meno convenzionali. [con riferimento alla sua omosessualità]Purtroppo da un uomo con una posizione come la mia ci si aspetta che intrattenga ragazze giovani e carine come te. Perché in questo mondo se dovessi invitare chi desidero, mi troverei certamente senza casa, per non parlare poi del mio programma televisivo.
    Evey: Mi dispiace!
    Gordon: Non quanto dispiace a me! E la verità è che dopo tutti questi anni non si comincia a perdere solo l'appetito, anzi... Ci si mette addosso una maschera fino a dimenticarsi chi c'era sotto.
  • Delia: Dopo quello che è successo, dopo quello che avevano fatto, ho pensato di uccidermi. Sapevo che un giorno saresti venuto a cercarmi. Non conoscevo il loro scopo, te lo giuro. Leggi il mio diario.
    V: Quello che hanno fatto è stato possibile solamente grazie a te!
    Delia: Oppenheimer è stato capace di cambiare molto più del corso della guerra, ha cambiato il corso della storia dell'umanità. È forse sbagliato inseguire questa speranza?
    V: Non sono qui per quello che speravi di fare, sono qui per quello che hai fatto!
    Delia: È buffo! Oggi mi hanno consegnato una delle tue rose! Non ero sicura che fossi tu il terrorista prima di vederla. Che strana coincidenza, averne avuta una proprio oggi!
    V: La coincidenza non ha madre, Delia! La coincidenza è solo illusione. Ho un'altra rosa e questa è per te.
    Delia: Adesso mi ucciderai!
    V [mostrando una siringa]: Ti ho uccisa dieci minuti fa, mentre dormivi.
    Delia: Mi farà soffrire?
    V: No!
    Delia: Grazie! È privo di senso chiedere scusa?
    V: Non lo è mai!
    Delia [ultime parole]: Mi dispiace tanto...
  • Evey: Ma scusa, per te è tutto un gioco?
    Gordon: Solo le cose più importanti.
  • V: Ciao Evey!
    Evey: Tu? Eri tu?
    V: Sì!
    Evey: Non era vero... E Gordon?
    V: Mi dispiace ma il signor Deitrich è morto. Pensavo che lo arrestassero ma quando hanno trovato il Corano in casa sua l'hanno fatto giustiziare...
  • V: Quello che mi hanno fatto è mostruoso!
    Evey: E loro hanno creato un mostro.
  • William Rookwood: La nostra storia inizia, come spesso capita in tutte le storie, con un giovane politico rampante [Adam Sutler]. È un uomo profondamente religioso e membro del Partito Conservatore, è assolutamente determinato e non ha alcun rispetto per il dibattito politico. Più potere conquista, più evidente è il suo fanatismo e più aggressivi diventano i suoi sostenitori. Poi un giorno il suo partito avvia un progetto speciale nel nome della sicurezza nazionale. All'inizio si crede sia una ricerca per le armi biologiche e viene aiutato senza badare a spese. Tuttavia il vero obbiettivo di questo progetto è il potere... la totale e assoluta dominazione egemonica. Il progetto però ha una conclusione violenta ma gli sforzi delle persone coinvolte non sono vani, perché dal sangue di una delle vittime nasce un nuovo modo di condurre la guerra! Immaginate un virus! Il virus più terribile che ci sia, e poi immaginate che siate solo voi a conoscere la cura per debellarlo. Se il vostro fine ultimo è il potere, come usereste al meglio quest'arma? A questo punto della storia entra in scena il nostro amico: è un uomo apparentemente senza coscienza [Creedy] per il quale il fine giustifica sempre i mezzi, ed è lui a consigliare che il bersaglio non sia un nemico della nazione, ma piuttosto la nazione stessa. Vengono scelti tre obiettivi per rendere al massimo l'effetto dell'attacco: una scuola, una stazione della metropolitana e un impianto di depurazione dell'acqua. Muoiono subito diverse centinaia di persone... Alimentati dai media, la paura e il panico si diffusero rapidamente, separando e dividendo il paese finché alla fine si individuò il vero obbiettivo. Prima della crisi alla Saint Mary nessuno avrebbe predetto i risultati delle elezioni di quell'anno, nessuno! E poi, poco dopo le elezioni, udite udite il miracolo! Qualcuno credette che fosse stato Dio in persona, ma fu opera di un'azienda farmaceutica controllata da alcuni membri del partito che diventarono oscenamente ricchi. Un anno dopo alcuni estremisti vengono processati, dichiarati colpevoli e giustiziati, mentre viene costruito un monumento per canonizzare le vittime. Ma il risultato finale, la vera genialità del piano, fu la paura... la paura diventò lo strumento ultimo del governo e con esso il nostro politico fu alla fine eletto con la nuova carica appositamente creata di Alto Cancelliere. Il resto, come si suol dire, è storia.
    Finch: Lei può provare tutte queste cose?
    William Rookwood: Perché sarei ancora vivo secondo lei?
    Finch: D'accordo! Vorremmo portarla con noi per proteggerla, signor Rookwood.
    William Rookwood: Oh, non ho dubbi che vi piacerebbe! Ma se volete quella registrazione dovete fare quello che vi dico io. Mettete Creedy sotto sorveglianza 24 ore su 24! Quando sarò sicuro che non si metterà le dita nel naso senza che voi lo sappiate vi contatterò di nuovo. Fino ad allora... saluti!
    Finch: Rookwood! Perché non si è fatto avanti prima? Che cosa stava aspettando?
    William Rookwood: Aspettavo lei ispettore... Avevo bisogno di lei...
  • Dominic Stone: Siamo sotto assedio! Tutta la città è impazzita!
    Finch: È esattamente quello che vuole!
    Dominic Stone: Cosa? [...]
    Finch: Il caos! [...] Il problema è che lui ci conosce meglio di quanto noi non conosciamo noi stessi! Ecco perché sono andato a Larkhill ieri notte!
    Dominic Stone: Ma è fuori dalla quarantena!
    Finch: Dovevo vederlo! Non è rimasto granché, ma mentre ero lì... è stato strano... All'improvviso ho avuto l'impressione che fosse tutto collegato. Era come se potessi vedere tutto. Una lunga catena di eventi che risalivano a molto prima di Larkhill. Mi è sembrato di poter vedere quello che era successo prima. E quello che ancora deve succedere. Era come uno schema perfetto, disposto davanti a me, e mi sono reso conto che ne facciamo tutti parte, che siamo tutti intrappolati.
    Dominic Stone: Allora lei sa che succederà?
    Finch: No, è stata una sensazione. Ma posso indovinare. Con un simile caos qualcuno commetterà una sciocchezza e quando questo accadrà, le cose si metteranno male. E poi Sutler sarà costretto a fare l'unica cosa che sa fare. A quel punto V non deve fare altro che mantenere la sua parola, e poi...
  • V: Posso domandarti come sei riuscita ad evitare di essere scoperta?
    Evey: Un documento falso è meglio di una maschera di Guy Fawkes!
    V: Ah! Devo confessare che ogni volta che sentivo una sirena ero preoccupato per te!
    Evey: Mi sono preoccupata per me per un po'. Ma poi un giorno ero al mercato e una mia amica con cui avevo lavorato alla BTN era in fila dietro di me. Ero così nervosa che quando la cassiera mi ha chiesto i soldi li ho fatti cadere. La mia amica li ha raccolti e me li ha dati. Mi ha guardata dritta negli occhi ma non mi ha riconosciuta. Qualunque cosa hai fatto, ha funzionato più di quanto tu immagini!
  • Evey: Com'è possibile che tu sia una delle esperienze più importanti che mi siano capitate senza che sappia nulla di te. Non so dove sei nato, chi erano i tuoi genitori, se avevi fratelli o sorelle. Non so nemmeno che aspetto hai veramente. [prova a togliere la maschera a V]
    V: Evey, ti prego! C'è un viso sotto questa maschera ma non sono io! Io non sono quel viso più di quanto non lo siano i muscoli che lo abitano e le ossa ancora più sotto i muscoli.
  • V: Questo è il mio regalo per te, Evey! Tutto quello che ho – la mia casa, i miei libri, la galleria, questo treno – li lascio a te perché tu ne faccia quello che vuoi!
    Evey: Un altro dei tuoi trucchi, V?
    V: No! Niente più trucchi! Niente più menzogne! Solo verità! E la verità è che tu mi hai fatto capire che mi sbagliavo, che la scelta di tirare questa leva non spetta a me.
    Evey: Perché?
    V: Perché questo mondo, il mondo di cui faccio parte e che ho contribuito a plasmare, finirà questa notte e domani inizierà un nuovo mondo che sarà plasmato da persone diverse e questa scelta appartiene a loro.
    Evey: Dove vai?
    V: Per me è giunto il momento di incontrare il mio creatore e ripagarlo per quello che ha fatto.
    Evey: V aspetta! Ti prego, non devi farlo per forza! Puoi lasciar perdere, potremmo andarcene da qui insieme!
    V: No! Avevi ragione su chi sono io, io non ho un albero che mi aspetta. Tutto quello che voglio, tutto quello che merito è alla fine di quel tunnel.
    Evey: Ma non è vero! [bacia V sulla maschera]
    V: Non posso! [dopo averci riflettuto un po', decide comunque di portare a termine il piano e andare incontro alla morte]
  • Creedy: Sfrontato fino alla fine! Tu non piangerai come lui, vero? Tu non hai paura della morte. Sei come me!
    V: L'unica cosa che io e lei abbiamo in comune, signor Creedy, è che stiamo entrambi per morire.
    Creedy: Ahah... Come pensi che succederà?
    V: Con le mie mani intorno al suo collo...
    Creedy: Balle! Cosa pensi di fare, eh? Abbiamo controllato questo posto e non hai niente, niente a parte i tuoi diabolici coltelli e le tue belle mossette di karate, noi abbiamo le armi.
    V: No! Voi avete la speranza che quando le vostre pistole saranno scariche io non sarò più in piedi, se no sarete tutti morti prima di aver ricaricato.
    Creedy: È impossibile! Uccidetelo! [i seguaci di Creedy sparano su V tutti i colpi, V si accascia a terra ma si rialza]
    V: Ora tocca a me! [uccide tutti i seguaci tranne Creedy che riesce a ricaricare e spara ancora contro V]
    Creedy [ultime parole]: Muori! Muori! Perché non muori?! Perché non muori?!
    V: Sotto questa maschera non c'è solo carne, sotto questa maschera c'è una idea, Creedy... E le idee sono a prova di proiettile. [uccide Creedy spezzandogli il collo]
  • V: Da vent'anni non ho fatto che desiderare questo giorno, non esisteva nient'altro... Finché non ho visto te, allora è cambiato tutto. Io mi sono innamorato di te, Evey, come non credevo che mi potesse più accadere.
    Evey: V, io non voglio che tu muoia...
    V [ultime parole]: È la cosa più bella che tu potessi darmi.
  • Finch: Perché lo vuoi fare?
    Evey [riferita a V]: Perché lui aveva ragione.
    Finch: Riguardo a cosa?
    Evey: Questo paese ha bisogno di qualcosa di più di un palazzo, ha bisogno di speranza.
  • Finch [riferito a V]: Chi era lui?
    Evey: Era Edmond Dantès. Ed era mio padre. E mia madre, mio fratello, un mio amico. Era lei, ero io, era tutti noi.

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